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Devitalizzazione: cos’è, come funziona e cosa aspettarsi

Se ti hanno detto che hai bisogno di una devitalizzazione, probabilmente avrai molte domande e qualche preoccupazione, ed è normale.

In questo articolo ti spiegheremo cos’è la devitalizzazione, perché si fa e cosa aspettarti, per aiutarti a prendere questa decisione con tranquillità.

Cosa significa devitalizzare un dente?

La devitalizzazione dentale, nota anche come trattamento canalare o terapia endodontica, è un intervento necessario quando la polpa del dente si infetta o si infiamma. Questa parte interna del dente è ricca di nervi e vasi sanguigni, e quando viene colpita da un’infezione, provoca un dolore acuto. La devitalizzazione rimuove quindi la polpa infetta, salvando il dente anziché doverlo estrarre.

Perché si rende necessaria una devitalizzazione?

Le cause principali sono: infezioni causate da carie estese e profonde, pulpite, traumi e fratture. Una carie può sembrare inizialmente innocua, ma se ignorata, può raggiungere la polpa dentale e creare gravi problemi. Attraverso la devitalizzazione, il dentista può eliminare l’infezione e preservare così il tuo sorriso naturale.

Come si svolge il trattamento?

L’idea di dover stare seduto con la bocca aperta per tanto tempo può spaventare, ma non ti preoccupare: oggi il trattamento è molto più rapido e confortevole rispetto a qualche tempo fa. 

Ecco cosa succede, passo dopo passo:

  1. Anestesia: Prima di tutto, il dentista applica l’anestesia locale. 
  2. Apertura del dente: Viene praticata una piccola apertura sulla parte superiore del dente, per raggiungere la polpa infetta.
  3. Pulizia e rimozione della polpa: Il dentista rimuove la polpa, pulendo accuratamente il canale radicolare.
  4. Sigillatura: Una volta pulito, il canale viene sigillato per evitare che i batteri possano entrare di nuovo.
  5. Restauro del dente: Dopo la devitalizzazione, il dente viene ricostruito (spesso con una corona dentale) per proteggerlo.

Cosa aspettarsi dopo la devitalizzazione del dente?

Dopo l’intervento, il dente potrebbe risultare sensibile al caldo e al freddo per qualche giorno. È normale, solitamente viene consigliata l’assunzione di un antidolorifico.

Per favorire la guarigione, è importante evitare di masticare sul dente trattato fino al completamento del restauro e seguire con attenzione tutte le indicazioni fornite dal dentista.

Devitalizzazione o estrazione? 

Quando conviene devitalizzare un dente? E quando invece è indispensabile estrarlo? Per rendere tutto più chiaro, riportiamo in tabella le principali indicazioni per ciascun intervento.

TrattamentoProContro
Devitalizzazione– Mantiene il dente naturale
– Conserva l’allineamento dei denti
– Evita l’uso di impianti o protesi
– Può essere costosa
– Potrebbe richiedere una corona
– Sensibilità temporanea
Estrazione– Rapida e risolve immediatamente il dolore
– Si utilizza quando il dente è gravemente danneggiato
– Rischio di spazi vuoti e disallineamento dentale
– Necessità di impianto o ponte
– Masticazione alterata

Quanto dura la devitalizzazione?

Con una buona igiene orale quotidiana, il dente devitalizzato può rimanere in salute per molti anni. Inoltre, i controlli periodici dal dentista permettono di monitorare eventuali cambiamenti, assicurando che il trattamento mantenga la sua efficacia e riducendo il rischio di ulteriori complicazioni.

Come prevenire il bisogno di una devitalizzazione?

La prevenzione resta sempre la scelta migliore: lavarsi i denti correttamente, usare il filo interdentale, sottoporsi regolarmente a sedute di igiene orale e visite di controllo può fare una grande differenza.

Prendersi cura dei propri denti ogni giorno è la chiave per prevenire devitalizzazioni e trattamenti più complessi.

Conclusione

La devitalizzazione è un intervento che può salvare il tuo dente, alleviare il dolore e restituirti un sorriso sano.

Se sei interessato a questo trattamento, contattaci per fissare una prima visita. Noi del Centro di Odontoiatria Grangia saremo felici di conoscerti, ti aspettiamo!

Intarsio dentale: trattamento efficace per denti danneggiati

L’intarsio dentale è utilizzato per il trattamento dei denti danneggiati ed è particolarmente indicato nei casi di carie profonde o fratture dentali. Questa tecnica è una valida alternativa alla tradizionale otturazione, garantendo ottima resa estetica e grande resistenza.

In questo articolo, esploreremo cos’è l’intarsio dentale, come viene applicato e quali sono i vantaggi rispetto ad altre tecniche di restauro dentale.

Cos’è l’intarsio dentale?

L’intarsio dentale è una ricostruzione del dente realizzata su misura in laboratorio, per riparare il dente danneggiato a causa di una carie profonda o di un trauma dentale.

Si utilizza soprattutto nei denti posteriori (molari e premolari), dove le carie hanno solitamente dimensioni maggiori e il carico masticatorio è più elevato.

Come viene applicato l’intarsio dentale?

A differenza di una semplice otturazione, l’intarsio dentale è un restauro indiretto, questo significa che prima viene realizzato in laboratorio e poi è applicato sul dente del paziente.

Il trattamento, infatti, richiede 2 appuntamenti:

  1. Prima visita: il dentista rimuove la parte danneggiata del dente e prende un’impronta, che verrà inviata in laboratorio per la realizzazione dell’intarsio. Nell’attesa della protesi definitiva, viene applicata un’otturazione provvisoria per conservare il dente rimasto;
  2. Seconda visita: l’intarsio viene posizionato sul dente e fissato in modo permanente grazie all’utilizzo di materiale composito. Infine, viene limata la superficie per rendere la masticazione più confortevole.

Quando è indicato l’intarsio dentale?

Questo tipo di restauro è indicato per diverse problematiche dentali, tra cui:

  • Denti con carie profonde, dove una normale otturazione non basta;
  • Fratture dentali che non compromettono completamente il dente;
  • Restauri precedenti falliti o danneggiati;
  • Sostituzione di vecchie otturazioni in amalgama.

Intarsio o otturazione: quale scegliere?

La scelta dipende dalle dimensioni del danno. Se la lesione è troppo estesa per un’otturazione, ma il dente non necessita ancora di una corona, l’intarsio è la scelta migliore.

Quali sono i vantaggi?

Rispetto ad altri trattamenti, l’intarsio dentale offre diversi vantaggi, sia a livello funzionale che estetico. I principali sono:

  • Ripristino della normale funzione masticatoria;
  • Quasi invisibile, perché realizzato per abbinarsi perfettamente al colore del dente;
  • Più resistente e duraturo rispetto alla tradizionale otturazione, soprattutto nelle aree soggette a forti pressioni come i molari;
  • Realizzato su misura, garantendo così maggiore precisione e adattabilità al dente;
  • Applicazione più rapida e meno dolorosa rispetto ad altre tipologie di intervento.

Cosa mangiare dopo l’intarsio dentale?

Dopo il trattamento, è importante prendersi cura del dente per garantire che il restauro aderisca perfettamente e duri nel tempo. Ecco alcuni consigli su cosa mangiare e cosa evitare:

  • Cibi morbidi: nei primi giorni è consigliabile preferire cibi morbidi, come yogurt, purè, zuppe e frullati, per non mettere troppa pressione sul dente appena trattato;
  • Cibi duri e gommosi: è meglio evitare cibi come caramelle dure, gomme da masticare e frutta secca che potrebbero compromettere l’intarsio e farlo spostare;
  • Cibi a temperatura ambiente: non mangiare alimenti troppo caldi o freddi subito dopo il trattamento, perché i denti potrebbero essere più sensibili.

Dopo qualche giorno, potrai tornare a una dieta normale, seguendo sempre le indicazioni del dentista.

In conclusione

L’intarsio dentale è la soluzione ideale per riparare i denti danneggiati in modo duraturo, prestando attenzione anche all’estetica.

Se sei interessato a questo trattamento, contattaci per fissare una prima visita! Noi del Centro di Odontoiatria Grangia saremo felici di conoscere la tua storia e accompagnarti verso il sorriso che desideri.

Ascesso dentale: guida pratica per risolvere il problema

L’ascesso dentale è uno di quei problemi che nessuno vorrebbe mai affrontare. È doloroso, fastidioso e può davvero rovinare le giornate. Il dolore che si prova non è solo un campanello d’allarme, ma un chiaro segnale che qualcosa di serio sta accadendo nella bocca. Ma cosa fare? Come possiamo curare questo problema senza farlo peggiorare?

Cos’è un ascesso dentale?

L’ascesso dentale è un’infezione causata dall’accumulo di batteri nella nostra bocca, che porta alla formazione di pus. Questo pus, composto da batteri, globuli bianchi, plasma e detriti cellulari, può causare un dolore intenso e pulsante. Gli ascessi possono formarsi in due diverse aree della bocca:

  • Ascesso dentale o periapicale: Si sviluppa vicino all’apice della radice del dente, ed è spesso causato da una carie non trattata, che ha permesso ai batteri di penetrare in profondità fino a raggiungere il nervo del dente.
  • Ascesso gengivale o parodontale: Si verifica nella gengiva, vicino al dente, e può essere il risultato di una scarsa igiene orale che ha portato all’infiammazione delle strutture di supporto del dente.

Come si forma un ascesso dentale?

L’ascesso dentale si forma quando i batteri riescono a entrare nel dente o nei tessuti gengivali circostanti. Questo accade a causa di una scarsa igiene orale, che favorisce la formazione di placca e tartaro. In questo modo, è favorita la proliferazione dei batteri i quali, nel tempo, penetrano nello smalto dentale, raggiungendo la dentina e infine il nervo, causando dolore e infiammazione.

L’ascesso parodontale, invece, si sviluppa quando i batteri si accumulano nello spazio tra il dente, la radice e la gengiva. Questo spazio si chiama tasca gengivale o parodontale e l’infiammazione è spesso causata da una scarsa igiene orale. In fase iniziale, l’infiammazione della tasca può essere trattata efficacemente con un’approfondita igiene dentale (detartrasi). Tuttavia, se non viene affrontata, può evolvere nella patologia parodontale.

Altri fattori che possono contribuire alla formazione di un ascesso includono:

  • Dieta ricca di zuccheri: Favorisce la formazione di carie;
  • Traumi dentali o chirurgici: Lesioni o interventi non eseguiti correttamente possono creare una porta d’ingresso per i batteri;
  • Secchezza della bocca (xerostomia): Riduce la protezione naturale della saliva contro i batteri;
  • Sistema immunitario indebolito: Può rendere più difficile per il corpo combattere le infezioni;
  • Alcol e fumo.

Sintomi dell’ascesso dentale

Riconoscere i segni di un ascesso dentale è fondamentale per intervenire tempestivamente. I sintomi più comuni includono:

  • Dolore costante e pulsante (che peggiora masticando o sdraiandosi);
  • Sensibilità a cibi e bevande calde o fredde;
  • Gonfiore delle gengive e alito cattivo;
  • In casi gravi, gonfiore della mandibola o difficoltà a deglutire.

Cosa fare in caso di ascesso dentale

Se sospetti di avere un ascesso, la prima cosa da fare è contattare il tuo dentista, solo un professionista può infatti trattare efficacemente l’infezione.

Cosa non fare

Evita il fai da te. Prendere antibiotici senza prescrizione o provare a drenare l’ascesso da soli può solo peggiorare la situazione. Infatti, rompere o tagliare autonomamente un ascesso dentale per far uscire il pus può portare l’infezione a estendersi in altre zone della bocca, del collo o del viso.

Come si cura l’ascesso dentale?

Una volta dal dentista, verranno eseguiti diversi passaggi per trattare l’ascesso:

  1. Diagnosi: Il dentista esaminerà la zona infiammata e potrà eseguire una radiografia per capire l’estensione dell’infezione.
  2. Terapia: A seconda della gravità, il trattamento potrebbe includere: (a) Cura canalare o devitalizzazione, per cui viene rimossa la polpa infetta del dente, il canale viene disinfettato e sigillato; (b) terapia parodontale, riguarda gli ascessi gengivali, il trattamento prevede la pulizia profonda delle tasche parodontali per eliminare l’infezione.
  3. Visita di controllo: Sarà necessario tornare dal dentista per verificare le condizioni del dente o della gengiva e assicurarsi che l’infezione sia completamente guarita.

Rimedi per alleviare il dolore

In attesa di andare dal dentista, ci sono alcuni rimedi che possono aiutare ad alleviare il dolore:

  • Antidolorifici: Ibuprofene o paracetamolo possono ridurre il dolore e la febbre;
  • Risciacqui: Acqua tiepida con limone, sale o bicarbonato per pulire e risciacquare il cavo orale;
  • Ghiaccio: Aiuta a ridurre il gonfiore e il dolore.

Ricorda, questi rimedi sono temporanei e non sostituiscono le cure odontoiatriche.

Prevenire un ascesso dentale

È possibile prevenire un ascesso dentale adottando alcune semplici abitudini:

Conclusione

L’ascesso dentale è un problema serio, ma che si può risolvere intervenendo immediatamente. Solo i trattamenti dal dentista possono eliminare l’infezione e prevenire così complicazioni future. Ricorda, prima intervieni e più sarà facile e rapido il percorso di cura.

Se pensi di avere un ascesso o un’infezione in corso, noi del Centro di Odontoiatria Grangia siamo qui per aiutarti. Prenota subito un appuntamento: il tuo sorriso merita le migliori cure possibili!

Nevralgia ai denti: cause, sintomi e rimedi

La nevralgia ai denti è una condizione molto fastidiosa e debilitante. I sintomi più comuni, oltre al dolore, sono la sensibilità al caldo e al freddo, e l’infiammazione.

Questo articolo offre una guida completa sulle cause, i sintomi e i rimedi della nevralgia dentale, per aiutarti a capire come prevenire e trattare questa fastidiosa condizione.

Che cos’è la nevralgia ai denti?

La nevralgia ai denti causa un dolore significativo, che può durare da pochi secondi a diversi minuti, e può derivare da diverse condizioni, tra cui carie, infezioni dentali, sensibilità al caldo e al freddo.

Le cause

La nevralgia ai denti è principalmente dovuta all’infiammazione dei nervi dentali. Vediamo nel dettaglio le cause più comuni:

  • Carie profonda: Una carie avanzata può penetrare nel nervo del dente, causando infiammazione e dolore intenso.
  • Denti fratturati: Una frattura può esporre il nervo del dente all’ambiente esterno, provocando dolore acuto e ipersensibilità.
  • Trattamenti endodontici: Recenti devitalizzazioni o altre operazioni chirurgiche dentali possono temporaneamente causare nevralgia dentale.

I sintomi

I sintomi della nevralgia ai denti possono variare, ma i più comuni includono:

  • Dolore acuto: Spesso descritto come un “colpo di fulmine”, questo dolore può irradiarsi dal dente interessato.
  • Sensibilità al caldo e al freddo: Bevande e cibi troppo caldi o troppo freddi possono causare la sensibilità dentale.
  • Sensibilità al dolce: Alcuni pazienti sperimentano dolore dopo aver consumato cibi o bevande dolci.
  • Dolore persistente: Una sensazione di dolore costante che può peggiorare durante la notte o quando si applica una pressione sul dente interessato.
  • Gonfiore e infiammazione: La nevralgia può essere accompagnata da gonfiore e infiammazione della gengiva vicino al dente interessato.

Cosa fare quando si ha la nevralgia?

Se stai sperimentando dolore a causa della nevralgia dentale, è fondamentale rivolgersi al proprio dentista di fiducia. Nel frattempo, alcuni rimedi casalinghi possono aiutare ad alleviare temporaneamente il dolore:

  • Lavare i denti con acqua a temperatura ambiente: Evita sbalzi termici che possono aggravare il dolore.
  • Evitare cibi e bevande calde o fredde: Preferisci cibi a temperatura ambiente per ridurre la sensibilità.
  • Dieta equilibrata: Evita alimenti acidi o zuccherati che possono peggiorare il dolore.

Il dentista potrebbe prescrivere farmaci antidolorifici o antinfiammatori (come ibuprofene o paracetamolo) per alleviare il dolore e ridurre così l’infiammazione.

Come prevenire la nevralgia ai denti

La prevenzione è sempre la migliore cura. Ecco alcuni accorgimenti per mantenere i tuoi denti sani e prevenire la nevralgia:

  • Igiene orale: Spazzola i denti almeno due volte al giorno, usa il filo interdentale e risciacqua con un collutorio antibatterico.
  • Alimentazione sana: Limita il consumo di bevande gassate e zuccherate. Includi cibi ricchi di calcio come latte, formaggi e verdure a foglia verde.
  • Uso del bite notturno: Se soffri di bruxismo, indossa un bite notturno per proteggere i denti.
  • Controlli periodici dal dentista: Le visite di controllo ti permettono di individuare e trattare tempestivamente eventuali problemi.

Conclusione

La nevralgia ai denti è un disturbo doloroso che può influire negativamente sulla qualità della vita. Ricorda, la prevenzione è fondamentale: prenditi cura dei tuoi denti oggi per evitare problemi domani. 

Se soffri di nevralgia ai denti, contattaci per fissare una prima visita. Il team del Centro di Odontoiatria Grangia ti aspetta!

Sensibilità dentale: quali sono le cause e i rimedi?

Molti di noi hanno sperimentato, almeno una volta, quella fastidiosa sensazione di dolore ai denti mentre gustavano un gelato o sorseggiavano una tazza di tè caldo. In questo articolo approfondiremo che cos’è la sensibilità dentale, esplorando sintomi, cause e possibili rimedi per alleviare questo disturbo.

Che cos’è la sensibilità dentale? 

La sensibilità dentale, o ipersensibilità dentinale, rappresenta una condizione comune che provoca dolore ai denti quando entrano a contatto con bevande o alimenti troppo caldi, freddi, acidi o zuccherati.

La causa principale è la graduale esposizione della dentina (la parte interna più morbida del dente, posizionata al di sotto dello smalto) all’ambiente esterno. La riduzione dello smalto determina così la progressiva esposizione della dentina agli agenti esterni. Lo smalto infatti è il tessuto bianco che riveste la zona più esterna del dente e lo protegge dall’usura e dai batteri cariogeni.

Inoltre, nella dentina sono presenti numerosi piccoli tubicini che contengono molte terminazioni nervose. Alimenti troppo caldi o freddi, acidi o zuccherati vanno a stimolare le fibre nervose, con conseguente fastidio e dolore acuto.

Quali sono i sintomi della sensibilità dentale?

Tra i principali sintomi avvertiti dalle persone che soffrono di sensibilità dentale troviamo:

  • Dolore acuto, improvviso e temporaneo, in risposta a stimoli specifici (freddo, caldo, dolce, acido);
  • Sensibilità durante la masticazione;
  • Sensazione di fastidio durante l’igiene orale.

La sensibilità dentale può essere associata ad altre patologie, come ad esempio:

  • Carie dentale: le carie possono causare l’esposizione della dentina e provocare sensibilità;
  • Trattamenti dentali recenti: procedure come lo sbiancamento, la pulizia dentale o lavori di restauro possono temporaneamente causare sensibilità;
  • Trattamento ortodontico: al termine del piano di cura, è abbastanza comune avvertire sensibilità ai denti;
  • Otturazioni usurate: otturazioni vecchie o danneggiate possono lasciare scoperta la dentina.

Quali sono le cause della sensibilità ai denti?

Tra le cause più comuni troviamo:

  • Recessione gengivale: quando le gengive si ritirano, lasciano esposta la radice del dente, che non è protetta dallo smalto;
  • Erosione dello smalto: il consumo eccessivo di cibi e bevande acide, il bruxismo o l’uso di spazzolini troppo duri possono ridurre lo smalto, esponendo la dentina all’ambiente esterno e ai batteri.

Quali sono le cause dell’assottigliamento dello smalto?

L’erosione dello smalto è provocato principalmente da:

  • bruxismo;
  • spazzolamento non corretto;
  • spazzolino con setole dure;
  • acidità del cavo orale;
  • dentifricio con alto indice di abrasività (es. dentifrici sbiancanti).

Cosa fare in caso di sensibilità dentale?

In caso di sensibilità ai denti, esistono alcuni semplici accorgimenti per alleviare fin da subito i sintomi più dolorosi.

Prima di tutto però è importante prenotare una Prima Visita per individuare le cause del problema ed evitare così un peggioramento della situazione. In quest’occasione, il paziente ha la possibilità di ottenere consigli riguardanti le abitudini d’igiene orale a lui più adatte, conoscere la tecnica di spazzolamento più adeguata e altre informazioni utili.

Ecco alcuni semplici consigli per iniziare subito a prenderti cura dei denti sensibili:

  • Lava i denti e utilizza il filo interdentale regolarmente;
  • Evita di spazzolare i denti con movimenti energici;
  • Utilizza uno spazzolino con setole morbide;
  • Usa il dentifricio per denti sensibili.

Quale dentifricio usare per i denti sensibili?

Il dolore associato alla sensibilità dentale può essere alleviato utilizzando un dentifricio formulato espressamente per pazienti con denti sensibili. Il fluoro, presente nei collutori e nei dentifrici, consente di mineralizzare e desensibilizzare la superficie dello smalto, rendendo i denti meno sensibili. Come abbiamo visto, per le persone che presentano un’elevata sensibilità del cavo orale, è sconsigliato l’utilizzo di dentifrici aggressivi, che deteriorano lo smalto e rendono i denti ancora più sensibili

Conclusione

La sensibilità dentale è una condizione che può intaccare il nostro benessere quotidiano. Si può presentare in maniera improvvisa o graduale, a qualsiasi età. Attraverso una corretta diagnosi e un adeguato piano di cura, è possibile però gestire questa condizione in modo efficace.Se avverti fastidio o dolore ai denti, contattaci! Noi del Centro di Odontoiatria Grangia siamo a disposizione per consigliarti il percorso più adatto alle tue esigenze.

CBCT: tecnologia innovativa per le diagnosi odontoiatriche

Nel campo dell’odontoiatria moderna, la precisione di una diagnosi gioca un ruolo fondamentale nel garantire cure efficaci e personalizzate. Negli ultimi anni si è così diffusa una nuova tecnologia, che ha reso ancora più preciso e accurato il lavoro del dentista.

Si tratta della CBCT o TAC dentale (chiamata anche Cone Beam CT), acronimo di Cone Beam Computed Tomography, che in italiano è tradotta come Tomografia Computerizzata a Fascio Conico.

In questo articolo scopriremo insieme che cos’è la CBCT, le sue applicazioni e i vantaggi che ha portato nel campo dell’odontoiatria.

Che cos’è la CBCT?

La CBCT è una tecnica di immagine biomedica che utilizza dei fasci di raggi X a forma di cono. Questo strumento innovativo fornisce così immagini tridimensionali ad alta risoluzione della nostra struttura anatomica.

La CBCT consente di valutare con precisione lo spessore dell’osso del cavo orale, la posizione dei denti, eventuali anomalie anatomiche ed altre condizioni che possono influenzare la diagnosi e il successivo piano di cura.

A che cosa serve la CBCT?

La CBCT è usata nelle principali specialità odontoiatriche, come l’ortodonzia, l’endodonzia e l’implantologia.

La TAC dentale (CBCT) fornisce quindi informazioni dettagliate che spesso non sono visibili con altri strumenti, come la tradizionale panoramica.

In particolare, nell’ambito odontoiatrico, la CBCT è utilizzata:

  • In ortodonzia, per fornire immagini dettagliate che consentono agli ortodontisti di valutare con precisione la posizione e l’orientamento dei denti.
  • In endodonzia, per valutare la struttura dei canali e delle radici.
  • Nell’implantologia, per analizzare l’osso e per pianificare l’intervento chirurgico, mentre dopo l’operazione, il suo utilizzo è fondamentale per controllare la posizione dell’impianto.

Quali sono i vantaggi della CBCT rispetto alla normale radiografia?

1. Immagini tridimensionali: Come abbiamo viso la CBCT fornisce immagini tridimensionali ad alta risoluzione, che consentono una migliore comprensione delle strutture anatomiche, rispetto alle immagini bidimensionali della radiografia intraorale.

2. Dettagli più precisi: La TAC dentale offre una maggiore risoluzione e una migliore distinzione dei tessuti della bocca rispetto alla normale radiografia.

3. Maggiore precisione diagnostica: La capacità di visualizzare immagini in 3D permette una migliorevalutazione della struttura del cavo orale. Questo comporta una maggiore precisione nella diagnosi e nel piano di cura.

Ci sono dei rischi con la CBCT?

Le dosi di radiazioni fornite dalla CBCT sono più basse rispetto agli esami eseguito con la tomografia computerizzata (TAC). Tuttavia, l’emissione è maggiore rispetto alla tradizionale radiografia intraorale.

Tipo di esame dentaleDose efficace (mSV)
Radiografia dentale intraorale1-8
Panoramica4-30
CBCT piccoli volumi dento-alveolari34-652
CBCT grandi volumi cranio-facciali30-1079

In ogni caso si parla sempre di una dose di raggi X tollerabile anche dai bambini.

Come funziona la TAC dentale?

L’esame diagnostico realizzato con la tecnologia CBCT è veloce (20-40 secondi) e prevede alcuni semplici passaggi:

  • Al paziente è chiesto di indossare un corpetto o un collare che protegge dalle radiazioni.
  • Una volta che il paziente è posizionato correttamente, l’apparecchio acquisisce una serie di immagini da diverse angolazioni. 
  • Le immagini acquisite sono così elaborate dal software per creare un modello tridimensionale dell’area presa in esame.
  • Una volta elaborate, le immagini vengono visualizzate sul monitor del computer per l’interpretazione da parte dell’odontoiatra.

Conclusione

La TAC dentale (CBCT) è una tecnologia moderna ed innovativa, che ha migliorato le diagnosi in campo odontoiatrico.

Grazie alla sua capacità di fornire immagini tridimensionali dettagliate e precise, la CBCT è uno strumento indispensabile per il nostro Centro di Odontoiatria.

Per ulteriori informazioni, il team del Centro di Odontoiatria Grangia, a Cantù (provincia di Como), è a disposizione per rispondere alle tue domande e per aiutarti a raggiungere il sorriso che desideri.

Dente del giudizio: come affrontarlo?

Hai mai sentito parlare del dente del giudizio? Quel dente che sembra essere arrivato solo per seminare il caos nella tua bocca? Se questi denti ti stanno dando problemi o semplicemente sei curioso di sapere perché è così temuto da molti, sei nel posto giusto.

In questo articolo, ti sveleremo i segreti di questo ostinato intruso.

Buona lettura!

Denti del giudizio: quali sono?

Se ne contano quattro: due nella mascella superiore due nella mascella inferiore e sono gli ultimi denti di entrambe le arcate (sia inferiore che superiore).

Quando compaiono e perché?

I quattro denti del giudizio sono gli ultimi denti che compaiono nella dentizione permanente in una età compresa tra i 18 e i 25 anni.  Questi non sempre erompono o in alcuni casi possono rimanere all’interno dell’osso, nella gengiva, o non avere spazio sufficiente per crescere correttamente.

È ormai assodato che i denti del giudizio non sono più utili ai fini della masticazione. Infatti, i denti del giudizio servivano ai nostri antenati per mangiare cibi difficili da masticare, come ad esempio carni crude. Inoltre, il nostro cranio è aumentato di dimensioni riducendo così la mascella inferiore. Risultato? Nel migliore dei casi restano inclusi nell’osso, o emergono parzialmente nella bocca senza riuscire a completare l’eruzione, innescando una serie di problemi.

I terzi molari causano l’accavallamento degli altri denti? 

Molti sono convinti che i denti del giudizio siano in grado di accavallare gli altri. Ma su questa osservazione non ci sono assolutamente evidenze scientifiche e, a livello intuitivo, riesce difficile credere che fisicamente un dente riesca a spingere altri sette in avanti.

Secondo alcuni studi, i denti continuano a inclinarsi in avanti per tutta la vita a causa della forza che esercitiamo nella funzione masticatoria. Secondo altri, intorno ai 18 anni, c’è un ultimo “picco” di crescita della mandibola. 

Sembra quindi poco giustificata la scelta di togliere i denti del giudizio per prevenire l’accavallamento dei denti!

I sintomi del dente del giudizio

Questi denti possono causare una serie di sintomi sgradevoli che, difficilmente, possono essere ignorati. Vediamone alcuni:

  • arrossamento e gonfiore delle gengive;
  • disagio durante la masticazione;
  • dolore locale;
  • talvolta febbre.

Le complicanze che possono causare questi denti sono molteplici, per questo è importante fare una visita di controllo dal dentista appena si presentano i sintomi.

Quando estrarli? 

Non sempre è necessario procedere con l’estrazione di questi denti. Infatti, quando non creano disturbi di alcun tipo, i denti del giudizio possono anche rimanere nella loro sede per tutta la vita.

Ad ogni modo, ciò che è certo, è che l’estrazione dei denti del giudizio si rivela indispensabile nelle seguenti circostanze:

  • se questi sono colpiti da pulpiti o ascessi dentali;
  • se rimangono inclusi (ovvero se rimangono incastrati nell’osso e non sono visibili ad occhio nudo);
  • se crescono orizzontalmente e, spingendo sui secondi molari, provocano dolore durante la masticazione;
  • se si scheggiano o si rompono;
  • se serve spazio per un trattamento di tipo ortodontico (apparecchio).

Come comportarsi nel post operazione

Di solito, entro le prime 48 ore il paziente può rilevare la comparsa di gonfiore, lividi, sanguinamento e dolore.

A seconda della valutazione del dentista e delle circostanze specifiche, potrebbe essere necessaria una copertura antibiotica sia prima che dopo l’intervento di estrazione.

I comportamenti che di solito bisogna tenere post operazione sono:

  • Non sciacquarsi la bocca per le prime 8-12 ore dopo l’estrazione;
  • Non assumere bevande o cibi caldi;
  • Non fumare, per i primi 2-3 giorni successivi all’estrazione:
  • Non masticare gomme per una settimana dopo l’estrazione;
  • Non assumere farmaci contenenti acido acetilsalicilico (Aspirina) che potrebbero interferire con la coagulazione;
  • Non spazzolare i denti in quella zona per almeno una settimana in caso di estrazioni complicate;
  • Non praticare attività sportiva o attività fisiche pesanti per i primi 2 o 3 giorni successivi all’estrazione;
  • Dormire con la testa sollevata da più cuscini per far diminuire il gonfiore;
  • Seguire una dieta costituita da cibi freddi, soffici e molti liquidi.

Durata e costo dell’estrazione

La durata dell’estrazione di un dente del giudizio avviene in una soglia temporale basata sulle complessità specifiche della situazione e dal numero dei denti da estrarre.

Di conseguenza, varia  anche il costo. L’estrazione avviene in ambulatorio in anestesia locale o, se il paziente lo richiede (e le condizioni lo consentono) in sedazione cosciente e senza day hospital.

In conclusione

È fondamentale consultare regolarmente il proprio dentista per monitorare la salute dei denti del giudizio e prendere decisioni informate riguardo alla loro eventuale estrazione. Ricordate che ogni caso è unico e richiede una valutazione individuale.

Ti sta spuntando il dente del giudizio? Non ignorare i segnali. Ti aspettiamo per conoscerti!